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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

Joppolo in Calabria

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Joppolo edificato su un’altissima rupe a picco sul mare è un incantevole borgo del versante tirrenico calabrese, in provincia di Vibo Valentia. Le sue rive situate a sud di Ricadi, lungo la bellissima “Costa degli Dei”, sono costituite da magnifiche baie di sabbia e scogliere, il tutto incorniciato da un mare limpido e da una vegetazione tipica della macchia mediterranea che rendono la località di una bellezza unica e rara. Il comune di Joppolo è costituito dalle frazioni di: Oliveto, Coccorino, Coccorinello, Caroniti e Monte Poro.

Le vie di comunicazione di Nocera Terinese

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Selle di muli, di cavalli e basti di somari erano gli unici mezzi di comunicazione sulle “mulattiere” o “carrere” nei tempi lontani, nel nostro paese. Esse erano quattro in tutto. L’unica e più antica “mulattiera” che univa il nucleo abitato con la marina era quella che, partendo “…. Abbascio abbascio la crapara….”, e costeggiando le sponde del fiume Rivale, biforcandosi poi “…. nello loco ditto Grotticelle….”, si giungeva ad Amantea. La seconda “carrera” detta anche “mulattiera”, era larga qualche centimetro in più, era quella della “Cristoliana” che, partendo dal rione “Vivieri”, costeggiando il Rivale e inerpicandosi a serpentina tra il bosco, giungeva a Fangiano, per poi attraverso la “Cava di Mannella” giungere a Falerna e a Nicastro. La terza era quella che iniziava dalla “Pietra di Santo Felice”, alle spalle della Chiesa di San Francesco dei Padri Minori Conventuali, e su “passerelle” di fortuna superando i tornenti la “Coda” (- u jum’a cuda -) e il “Casale” ( - i pu

Problemi del sud dopo l’unificazione della Penisola

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Subito dopo l’Unificazione della Penisola, ad opera dei matematici della politica, venne creato il “problema del sud”, un problema tuttora quasi irrisolto e che costituisce l’eredità di comodo per i governi che si sono avvicendati dal 1861 fino ad oggi. Promesse “problematiche” che si spera, dopo oltre un secolo, possano essere mantenute e risolte. Come i restanti paesi della Calabria, anche Nocera rimase defraudata nelle sue aspettative e “ ….. non raggiunse la meta del suo necessario benessere sociale ed economico. Rimase un paese essenzialmente agricolo, con una economia ristretta e senza slancio, con la sua vasta proprietà terriera in prevalenza in mano ai facoltosi che, a loro volta, andranno arricchendosi anche, e soprattutto, a spese dei beni ecclesiastici usurpati o incamerati o venduti senza che i ceti meno abbienti ne riportassero sensibile vantaggio. Il che si verificò dopo la restaurazione Borbonica e all'indomani della conquista garibaldina, cui seguì non l’av

Dominazioni in Calabria

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Poche sono le testimonianze della dominazione romana nel nostro territorio: oltre agli ultimi ritrovamenti sul “Piano”, e a parte i resti di alcune condotte idriche, il cui ritrovamento è descritto con dovizia di particolari nel volume di recente pubblicazione “Marina di Nocera Terinese” di Nicola Lista, e a frammenti di pavimenti in mosaico greco – romano. Rimangono, comunque, le vestigia di due grandi strade: la via Popilia, che univa Napoli e Reggio Calabria, e la via Traianea, una via litoranea che, proveniente da Amantea, si ricongiungeva alla via Popilia, attraverso la bocca di “Porta Vecchia” sita in territorio di Nocera. Sotto il periodo bizantino si assiste all'espansione saracena che riesce a conquistare e a tenere sotto la minaccia dei saccheggi parecchie città del meridione. Tristi tempi anche dal punto di vista economico attraversò la Calabria sotto tale denominazione a causa delle servitù militari e fiscali che ne resero sempre più precarie le condizioni eco

Nocera Terinese Cenni Storici

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Cenni Storici Nocera Terinese: eccola, tra il verde della collina che dolcemente degrada dal Monte Mancuso verso il Mar Tirreno, a 250 m . d’altitudine e a eguale distanza tra i monti e il mare. Aggrappata “unguibus et rostro” alle pendici meridionali del monte Reventino, sorge su un piccolo promontorio, alla confluenza delle vallate dei torrenti Grande e Rivale. Tracciare un profilo di Nocera Terinese non è una cosa facile, come prima vista potrebbe sembrare, non solo perché le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ma anche perché su questa terra troppi invasori si sono succeduti e varie civiltà si sono giustapposte. Ci soffermeremo, pertanto, sulle tappe fondamentali del cammino storico di uno dei più antichi centri urbani della Calabria, per cogliere gli aspetti più significativi che hanno contribuito a creare la realtà ambientale e sociale in cui oggi viviamo. Le origini di Nocera Terinese risalgono, al paleolitico superiore. Infatti, in contrada Sci

Abbazia Cistercense di Piona

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L’Abbazia Cistercense di Piona o Priorato di Piona, immersa nella natura in una cornice suggestiva e carica di spiritualità, sorge nel bellissimo promontorio dell'Olgiasca sulla sponda nord orientale del lago di Como. Le origini di questo luogo risalgono all'età medievale in cui venne edificata per volere di Agrippino, vescovo di Como, la prima chiesa dedicata a Santa Giustina. Ad essa sarebbe seguita, alcuni secoli dopo, la fondazione di un priorato con un complesso abbaziale. Nell'attuale Piona esistono, dunque, due edifici; la chiesa di San Nicola realizzata nel XII secolo in tipico stile di architettura romanica, costituente il vero e proprio nucleo edilizio del Priorato di Piona, e in posizione retrostante i resti del primitivo edificio. Appoggiato alla parete della chiesa si trova il chiostro, un luogo di silenzio, di preghiera e di meditazione, il cui lato orientale si apre sulla bellissima Sala Capitolare; un tempo, luogo di lettura del capitolo della Regola

Chiesa di San Donato di Sesto Calende

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La Chiesa di San Donato detta l’Abbazia si trova a Sesto Calende in provincia di Varese. Si tratta del principale monumento della città, edificato tra il IX e X secolo attiguamente all'Abbazia, attualmente scomparsa. Convento di monaci della regola di S. Benedetto, era importante luogo di controllo economico-strategico dei traffici fluviali da parte del Vescovato di Pavia. L’attuale aspetto architettonico risale alla fine dell’XI e inizio del XII secolo. Tuttavia, osservando all'esterno le mura perimetrali dà l’idea della tormentata storia che ha accompagnato la Badia nel corso dei secoli. I lavori di restauro hanno portato alla luce plutei in marmo dolomitico attribuiti alla scuola comacina, risalenti al periodo Carolingio sec. IX-XI, esposti al museo comunale, simili a quelli che ancora sono visibili nella attuale costruzione. Si possono notare inoltre: Nella Cappelletta una «Disputa di Santa Caterina» di Bernardino Zenale del 1503. Nel Presbiterio «Storie dei Santi