Cicciu Rocca era di Nocera Terinese, un piccolo borgo calabrese dove tutti si conoscevano, con le case vicine che sembravano confidarsi segreti. Rimane impresso in me l'odore acre del fumo di legna che si levava dalle abitazioni o dai depositi nelle fredde serate invernali, mentre i bambini del villaggio giocavano nelle strade strette, inseguendo una palla di stracci o un vecchio cerchione di bicicletta.
Cicciu Rocca viveva nel Rione Motta, un quartiere antico, sorto con la nascita del borgo. L'aria era pulita, la zona luminosa e assolata, ma la sua esistenza era spartita tra la sua casa e quel piccolo regno cristiano rappresentato dalle chiese parrocchiali del paese.
La particolarità di questo uomo di fede, di questo santo cristiano, non risiedeva solo nella sua bontà e mansuetudine, paragonabile a quella di un agnellino innocente, ma anche nel suo impegno e nella diligenza con cui svolgeva i compiti parrocchiali; preparava la chiesa per le varie celebrazioni, eventi e festività, organizzava il necessario per le funzioni, manteneva tutto in ordine e, soprattutto, suonava le campane.
In passato, le campane non erano automatizzate come oggi, ma venivano fatte suonare manualmente tirando le corde, per ottenere una sequenza di suoni secondo melodie specifiche. Pertanto, il campanaro era una figura importante per la chiesa e per la vita comunitaria del paese.
Ricordo il suo sorriso rassicurante mentre saliva sulla torre campanaria, pronto a incantare il paese con la sua melodia. I suoi occhi, ormai velati dalla stanchezza degli anni, brillavano di una luce particolare quando impugnava le corde. Ogni rintocco era come un abbraccio, un invito alla calma e alla riflessione. Le campane di San Giovanni Battista, sotto le sue mani esperte, diventavano la voce del paese, annunciando le feste, i lutti, i momenti di gioia e di dolore. Il loro suono si propagava nell'aria limpida, portando con sé un messaggio di speranza e di conforto.
Oggi, le campane suonano ancora, ma la loro melodia non è più la stessa. Ci manca la mano di Cicciu Rocca e il suo cuore che vibrava ad ogni rintocco.
Il Sagrestano era un custode della memoria, un testimone di un tempo che sembra ormai lontano, ma che continua a vivere nei nostri cuori.