Arrivati a destinazione, la vista mozzafiato del mare ci lasciò senza parole. Un azzurro intenso che si infrangeva sulle scogliere, un profumo di salsedine che ci avvolgeva e una brezza leggera che accarezzava i nostri volti.
Passammo le giornate a esplorare i dintorni del borgo e a fare lunghe passeggiate sull’arenile. La sera, passeggiammo sul lungomare, ammirando il tramonto e ascoltando le onde che si infrangevano ritmicamente sulla riva. Mio figlio, con gli occhi lucidi, mi confessò che quella era la vacanza più bella della sua vita.
Un giorno, decidiamo di fare un'escursione in Sila.
Ricordo quel giorno di primavera come se fosse ieri, eravamo pronti a immergerci nella natura incontaminata. L'auto serpeggiava lungo la strada che si inoltrava nel cuore del parco, un serpente d'asfalto che s'insinuava tra le montagne. Il panorama che si apriva davanti a noi era un tripudio di verde, un tappeto smeraldino interrotto solo dalle cime innevate che spiccavano come isole bianche nel mare di foglie.
Decidemmo di intraprendere un'escursione lungo uno dei tanti sentieri che solcavano il parco. Ci inoltrammo in un bosco di faggi secolari. L'aria fresca e profumata di resina ci rigenerava completamente. Ad ogni passo, la natura ci regalava sorprese: muschi colorati, fiori selvatici e piccoli animali che si muovevano tra gli alberi.
All’ora di pranzo, attirati dal profumo intenso di cucina, ci imbattemmo in una trattoria sul lago Ampollino e ci accomodammo a un tavolo, vicino al caminetto. Ordinammo dei buonissimi piatti tipici locali; antipasti silani, della pasta casareccia ai funghi e salsiccia e del cinghiale, accompagnammo il tutto con del buon vino rosso locale. L'aria era impregnata da odori gastronomici, del pane appena sfornato e dall’aroma della legna che bruciava nel camino.
Il silenzio rotto solo dal canto degli uccelli e dal fruscio del vento tra le foglie creava un'atmosfera magica.
Nel pomeriggio, raggiungemmo uno dei tanti laghi della Sila. L'acqua cristallina rifletteva il cielo terso e le cime degli alberi circostanti. Passeggiammo lentamente, ammirando il paesaggio. Io, da sempre appassionato di fotografia, immortalai ogni istante di quella giornata indimenticabile.
Mentre il sole tramontava tingendo il cielo di mille sfumature, tornammo alla macchina. Stanchi ma felici, ci scambiammo un sorriso. Quella giornata in Sila era stata molto più di una semplice escursione: era stata un'occasione per rafforzare il nostro legame e creare nuovi ricordi da custodire nel cuore.
Tornando a casa, ho portato con me un bagaglio di emozioni indimenticabili. Quel viaggio in Calabria è stato come un reset, un'immersione totale nella natura che mi ha rigenerato e ricaricato. Seduto al finestrino dell'auto, guardavo fuori e mi sembrava di portare ancora addosso il profumo della resina dei pini e il sapore del vino rosso locale. In quei giorni, il tempo sembrava essersi fermato, sospeso tra il cielo azzurro e il mare cristallino.
Ricordo ancora la sera in cui, seduti sulla spiaggia, abbiamo guardato le stelle e mio figlio mi ha confidato i suoi sogni per il futuro. In quel momento ho capito che non solo stavamo condividendo una vacanza, ma stavamo costruendo un legame indissolubile, un patrimonio di ricordi che ci avrebbe accompagnati per tutta la vita.
La Calabria è stata per noi un rifugio, un luogo dove ritrovare le nostre radici e riscoprire il valore delle piccole cose. Tornando alla routine quotidiana, porto con me la consapevolezza che la felicità si nasconde spesso nei momenti semplici, in un abbraccio, in uno sguardo, in un tramonto. E so che, ogni volta che mi sentirò perso, potrò chiudere gli occhi e ritrovare la pace e la serenità di quella settimana indimenticabile.