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Il presepe nella nuova città


Sotto le stelle della città, un presepe racconta la storia di una famiglia. Nasce da mani che modellano la creta, da ricordi che prendono forma. È un viaggio nel tempo, un ritorno alle origini, un abbraccio che riscalda il cuore. Il presepe ci insegna che, anche in mezzo al caos della vita moderna, è possibile trovare un angolo di pace e serenità, un luogo dove i sogni prendono vita.

Abitavo su una meravigliosa collina circondata da uliveti e alberi secolari, e scendendo verso il mare, si apriva una distesa affascinante di agrumeti, con il profumo seducente delle zagare in fiore, un aroma dolce e intenso che accarezza il cuore. Il piccolo borgo di Nocera Terinese sorge nella splendida terra di Calabria, dove le case, strette l'una all'altra, si addormentano di notte sotto un cielo stellato.

Da bambino, il momento più atteso di ogni Natale era allestire il presepe. Mentre le mie mani lavoravano alla sua costruzione, ero rapito dalle storie narrate dai miei familiari: storie di pastori che conversavano con gli animali, di Magi che seguivano una cometa e, soprattutto, la storia di un bambino nato in una mangiatoia che avrebbe cambiato il mondo.

Poi mi trasferii in una grande città, lasciando la tranquilla collina della mia infanzia per cercare nuove opportunità. La nuova abitazione era ampia e luminosa, ma priva di quella calda atmosfera familiare.

Il primo Natale lontano da casa fu arduo. La casa, sebbene confortevole, sembrava vuota e senza personalità. Mancavano i suoni familiari, il profumo del camino acceso, la luce tenue delle candele. E mancava il presepe.
Con il tempo, arrivarono i figli, ai quali cercai di trasmettere questa antica tradizione. Un giorno, sfogliando un vecchio album di fotografie, trovai una foto di me bambino accanto al presepe. Colpito dalla nostalgia, decisi di costruire un presepe con i miei figli, usando materiali riciclati e cercando di ricreare al meglio quella magica atmosfera.

La ricerca dei materiali divenne una vera e propria avventura. Esplorammo mercatini, negozi di antiquariato e botteghe artigiane in cerca di statuine, corteccia, piccole pietre e altri elementi utili per il nostro presepe. Il muschio, poi, lo raccogliemmo nelle zone umide del boschetto vicino a casa. I bambini, inizialmente dubbiosi, si entusiasmarono velocemente al progetto, coinvolgendo anche i nuovi amichetti vicini di casa.

La costruzione del presepe si trasformò in un momento per narrare storie, condividere ricordi e consolidare i legami familiari. Si discuteva delle feste di Natale trascorse, delle tradizioni del mio paese e del significato profondo di questa usanza. 

Alla fine, quando il presepe fu completato, la casa si illuminò di una nuova luce. I bambini erano fieri del loro lavoro e io sentivo una grande soddisfazione. Avevo introdotto un frammento della mia storia nella nuova città, creando un nuovo ricordo da custodire con la mia famiglia. Coinvolgere i miei figli in questa impresa è stato un modo per trasmettere loro un patrimonio inestimabile. Insieme, abbiamo dato vita a un piccolo mondo fatto di luce e di magia, un luogo dove i sogni prendono forma e i cuori si riscaldano.

Nella notte di Natale, ci riunimmo tutti intorno al presepe. La luce tremolante delle candele si rifletteva sulle figure di creta, generando un'atmosfera calda e accogliente. Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo. In quel momento, mi sentii nuovamente a casa.

Oggi, quando guardo il presepe, vedo molto più di una semplice rappresentazione della Natività. Vedo un riflesso della mia storia, un legame indissolubile con le mie origini e una speranza per il futuro. E mi rendo conto che, anche in mezzo al caos della vita moderna, è possibile trovare un angolo di pace e serenità, un luogo dove la tradizione si rinnova e il cuore ritrova la sua casa.


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