Eppure, dietro le vetrine scintillanti e le tavole imbandite, risuona un’eco del passato, quando il Natale era un’esperienza più intima.
L'attesa del Natale era come un viaggio nel tempo. Avvolto nella morbida coperta, ascoltavo la voce calda di mia mamma, un'antica melodia che mi trasportava in giardini incantati, popolati da creature fantastiche. Il profumo delle zeppole appena fritte si mescolava alle risate che riempivano l’aria di una gioia contagiosa, creando un'atmosfera magica che avvolgeva la casa. In quei momenti, il tempo sembrava sospeso, e il mondo intero si riduceva alla piccola stanza illuminata dalla luce fioca delle candele.
Rivedo le figure di persone care che adesso non ci sono più e rivedo quel bambino che pur non avendo tanti regali era felice lo stesso, felice della magica atmosfera del momento, felice d’ascoltare genitori e parenti e contento di udire le storie della loro giovinezza.
Un tempo, il Natale era un'isola felice, lontana dalla frenesia del mondo. I regali, semplici e fatti a mano, erano un pretesto per condividere momenti preziosi. E le storie, tramandate di generazione in generazione, accendevano la nostra immaginazione, trasformando le lunghe serate invernali in avventure indimenticabili.
Si aspettava con ansia l'eco di una zampogna che risuonasse nel vicolo, quel suono caldo e melodioso che segnalava l'avvicinarsi del Santo Natale. Ricordo che in quei tempi i regali non erano sfarzosi come quelli di oggi, ma doni semplici che trovavamo la mattina di Natale sotto il cuscino: caramelle, cioccolatini, e ne eravamo felici lo stesso. Se un tempo i regali erano semplici e pieni di significato, ora, mentre osservo i bambini di oggi scartare i regali, ripenso a me bambino.
Il Natale di oggi è un vortice di luci e colori, un turbinio di regali e impegni. Il consumismo ha avvolto questa festa come una ragnatela scintillante, offuscando talvolta la sua vera essenza. Comunque sia, Natale significa tradizione e che Natale sarebbe senza fare in casa il presepe o l’albero? La scelta è soggettiva, anche perché l’uno non esclude l’altro. Comunque, la tradizione del presepe, che affonda le sue radici nella religione cristiana, è rappresentata da elementi simbolici come la grotta, la stella cometa, la mangiatoia, l'asinello, il bue, i pastori, i Re Magi, Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù, che insieme narrano la nascita di Cristo. Parallelamente, si è affermata la tradizione dell'albero di Natale, un'usanza di origine nordica e con radici nella cultura celtica, che consiste nel decorare un abete, vero o finto, generalmente preparato per la festa dell'Immacolata e addobbato con sfere, luci, nastri, dolciumi e corone.
E poi, ci perdiamo nella frenesia dei regali, dimenticando il vero significato di questa festa: la nascita di Cristo, un simbolo di speranza e di rinascita. Ma soprattutto, dimentichiamo la gioia di stare insieme, l'importanza della famiglia e dell'amicizia.
In un mondo sempre più frenetico, il Natale ci invita a fermarci un momento e a riscoprire il valore delle piccole cose, della famiglia e dell'amicizia. È un'opportunità per riconnetterci con noi stessi e con gli altri, e per ritrovare la magia che si nasconde in ogni gesto di gentilezza.
Quest'anno, facciamo del nostro meglio per rendere il Natale un po' più speciale. Organizziamo una cena con i nostri cari, doniamo un sorriso a chi è meno fortunato, e dedichiamo del tempo a un'attività che ci fa stare bene. Insieme, possiamo creare un mondo più luminoso e accogliente.
Chiudo gli occhi e mi ritrovo bambino, con il naso schiacciato contro il freddo vetro, ad osservare le prime luci dell'alba. Un fiocco di neve si posa delicatamente sulla mia guancia, portando con sé un messaggio di speranza e di rinnovamento. Il Natale è un cerchio che si rinnova, un'occasione per ricominciare e per sognare. E io, come ogni anno, mi auguro che la magia non finisca mai.
In fondo, il Natale è un po' come un bambino: ha bisogno di essere nutrito con amore e attenzioni per poter crescere e fiorire.