Essere lontani dal proprio paese suscita in molti emigrati un'intensa nostalgia e il desiderio di ritornare, specialmente durante le festività religiose. Tuttavia, non sempre era possibile prendersi una pausa dal lavoro o avere le risorse economiche per il viaggio di ritorno.
Nel 1969, grazie a un accordo con la comunità di Borgo Ticino, Nicola Folino, emigrante di Conflenti, e il parroco Don Franco Boniperti andarono in Calabria per ottenere le autorizzazioni ecclesiastiche necessarie a celebrare la festa anche a Borgo Ticino. Ottenuto il permesso, crearono una replica in legno della statua della Madonna della Quercia, permettendo così anche a chi non poteva andare in Calabria di onorare, pregare e festeggiare l'evento votivo.
Ogni anno, nella stessa data e con le stesse modalità, altri gruppi di concittadini si organizzano per mantenere vive le tradizioni popolari nel paese che li ospita. Grandi celebrazioni hanno luogo anche a Sydney, Toronto e altre città dove ci sono comunità desiderose di preservare le culture e le tradizioni delle loro terre d'origine.
Numerose madri con i loro figli, giovani, anziani e malati partecipano, nutrendo la speranza che la festa continui a essere a Borgo Ticino un momento di profonda spiritualità.
È commovente osservare i fedeli da tutto il Nord Italia avvicinarsi con ordine alla statua per un bacio e una preghiera.
Mentre la processione si snodava tra le vie del borgo, il sole pomeridiano dipingeva di oro le facciate delle case. Il suono della banda musicale si mescolava ai canti dei fedeli, creando una melodia che sembrava toccare il cielo. Le donne portavano in mano mazzi di fiori colorati, simbolo della speranza e della rinascita, mentre altri gruppi sorreggevano la statua della Madonna, i loro volti segnati dalla devozione e dalla speranza. In quel momento, sentivo un profondo senso di appartenenza a questa comunità, unita da un legame indissolubile con la propria terra e con la propria fede.
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